Smart Living

di | 11 Settembre 2013

smart-citiessegue da smart environment.

Nello Smart Living confluiscono tutti i concetti legati, direttamente o indirettamente, a quello che consideriamo qualità della vita. Proprio per questo, credo che di tutte le aree sia proprio quella su cui sia più complesso intervenire.

Sono definiti come fattori chiave:

  • Infrastrutture culturali
  • Condizioni di salute
  • Sicurezza individuale
  • Qualità delle abitazioni
  • Strutture per l’istruzione
  • Attrattività turistica
  • Coesione sociale

E proprio perché sono tutti elementi che concorrono a definire una migliore ‘qualità della vita’, toccano direttamente ognuno di noi. Quindi è abbastanza semplice ed immediato immaginare linee di intervento. E’ peraltro del tutto lapalissiano che una città che abbia alti punti di merito in questi fattori presenti una qualità della vita migliore che una che non ne abbia.

Un problema concreto è che è complesso intervenire efficacemente, ed in tempi rapidi, su alcuni di questi fattori: su sicurezza individuale, strutture culturali o sportive, scuole, musei, ogni iniziativa richiede risorse ingenti. In tempi di crisi e di patto di stabilità non è semplice reperire risorse per agire.

Su altri punti, invece, possono venire efficacemente in aiuto le tecnologie dell’informazione.

Mi riferisco particolarmente al punto della coesione sociale, che è un’area su cui si può lavorare produttivamente utilizzando il mezzo internet. In una città come Potenza, che abbastanza carente di spazi fisici di aggregazione,  la possibilità di creare reti virtuali di relazione può servire egregiamente ad aggirare questi limiti. Sulle reti virtuali è sicuramente più semplice fare girare idee e costruire opinioni, e rafforzare l’identità di una comunità.  Ne parlerò più concretamente quando affronterò il punto smart governance.

Sempre utilizzando le tecnologie dell’informazione è però possibile, ed utile, intervenire efficacemente anche sul fattore attrattività turistica. Sia Potenza, che la Basilicata, sono sotto il profilo turistico oggetti molto poco conosciuti, sia nel panorama nazionale che in quello internazionale. Organizzare e presentare via web immagini esaustive e coordinate della nostra storia, delle nostre tradizioni, delle nostre bellezze paesaggistiche e delle nostre risorse culturali potrebbe essere molto utile a sostenere una offerta turistica.

Giusto due esempi locali. Se si avvia una ricerca su Festa dei Turchi Sfilata dei Turchi su Google si ottengono molti risultati, ma nessuno che porti ad un sito web esaustivo, ben fatto e accattivante su quella che è, al di la delle ricorrenti polemiche, la manifestazione cittadina che movimenta la maggiore quantità di visitatori. C’è giusto una (modesta) pagina sul sito del Comune, che riporta informazioni logistiche sulle edizioni degli ultimi tra anni ed i link ad alcuni documenti PDF. Una manifestazione di tale rilevanza meriterebbe una presenza seria e professionale sul web! Io credo che un sito istituzionale ben ingegnerizzato, realmente web 2.0, intriso di multimedialità e di contenuti storici, sia un passo fondamentale di promozione turistica.

Allo stesso modo, in città abbiamo una risorsa oggettivamente notevole: il Museo Provinciale. Sono tanti i miei concittadini che non ci hanno mai messo piede, ed è abbastanza poco conosciuto nonostante i tesori che contiene. Anche in questo caso la realizzazione di un sito web multimediale, che contenga un percorso virtuale alla scoperta delle ricchezze del museo, potrebbe servire efficacemente non solo a promuoverne la conoscenza, ma anche a stimolare i turisti che si trovassero nei dintorni a programmare una visita nella nostra città, visto che vale certamente un detour.

Fare conoscere significa stimolare la curiosità. Certo, Potenza non potrà mai competere ad armi pari con altre città d’arte italiane. Ma una azione sinergica sul piano della comunicazione turistica, che metta assieme le bellezze paesaggistiche dell’interland, le nostre risorse storiche e culturali, realtà uniche – come il volo dell’angelo o la stora bandita, le tante peculiarità della nostra gastronomia possono certamente contribuire ad incrementare l’attrattività di un comparto interessante come quello turistico.

Bisogna fare rete.

(segue su smart economy)

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